1. E… come esserci: 4° Raduno giovani della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – S. Agata de’ Goti

buongiorno-14Il 24.02.2017, alle ore 18,30, sono confluiti nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti tanti giovani provenienti dalle parrocchie della Diocesi. Il tutto ha avuto felice esito sotto la sapiente regia di don Antonio Abbatiello e il nostro grazie va al coro e al M° Mario De Rosa per i canti, alla coreografia e scenografia dovuta al prezioso contributo di Mena Clemente e Francesca Parisi, ma il tutto sarebbe stato vano senza l’umile e prezioso contributo di chi ha lavorato nel nascondimento e nel silenzio come Mario Viscusi, il Gruppo Santa Marta e le ragazze e i ragazzi impegnati all’info point e ai gazebo. L’iniziativa conclude il giro d’incontri che il Vescovo, S. E. don Mimmo, ha voluto tenere con i  giovani in vista della “missione” che li vedrà impegnati in questa Quaresima nei vari ambienti di vita dei loro coetanei. Il tema «E… come esserci», ben concretizzato nel canto iniziale, si è tradotto in una unica significativa domanda: “Qual è il tuo sogno?”. Dai tanti interventi è venuto fuori quella che è la prismatica bellezza di questi nostri giovani che a volte sembrano così baldanzosi, eppure teneri nella loro fragilità. Per una serata tutti i presenti ci siamo sentiti coinvolti in questo susseguirsi di proiezioni oniriche e sogni d’ogni specie – dai più semplici e “materiali”: il posto di lavoro, formarsi una famiglia, a quelli più “utopici”: la pace nel mondo, la felicità per tutti – veleggiavano tra le navate per andarsi a deporre ai piedi della Vergine Madre che dall’alto del soffitto a cassettoni sorrideva felice. E anche il Vescovo, quando è toccato a lui esprimere il suo sogno, ha manifestato la sua gioia dicendo una frase breve eppure fortemente incisiva: «Il mio sogno siete voi! Voi siete il sogno di Dio» e lo ha ripetuto spesso durante il suo breve intervento. Don Mimmo ha ricordato che il sogno bisogna difenderlo e per farlo bisogna crederciemi ha ricordato le parole di Gibran: «Preferisco essere un sognatore fra i più umili, immaginando quello che avverrà, piuttosto che essere signore fra coloro che non hanno sogni e desideri». Questo incontro ha rappresentato solo un altro tassello nel puzzle della “missione”: ci siamo incontrati per ripartire e anche quando giungeremo a un altro capolinea, quello sarà il nuovo punto di partenza. Il Vescovo non ha nascosto che ci saranno difficoltà, errori, ma «una persona è grande quando riconosce gli errori e si rimette in cammino» precisava. Spesso nei suoi discorsi ricorre l’idea del viaggio, del mettersi in cammino  e “dei piccoli passi”, in questo caso per concretizzare i sogni grandi. Come “manifesto” della missione per i giovani il Vescovo ha letto e affidato il brano del vangelo di Matteo 7, 25-34 (cf. Lc 12, 22-31) e cioè “abbandonarsi alla Provvidenza”. Non preoccuparsi delle “cose” perché c’è dell’Altro che vale di più. Liberarsi delle cose superflue per dare più spazio all’amore e scoprire che non è una rinuncia ma una liberazione. L’intervento del Vescovo ha raggiunto il cuore dei giovani quando ha ricordato che noi amiamo, se fosse possibile, ancora di più la mamma quando la vediamo segnata dalle inesorabili rughe: così anche loro devono amare la chiesa che mostra sì le rughe dei duemila anni trascorsi, ma anche il volto giovane, il loro, il volto bello della chiesa.Questo volto devono portare in giro nella missione chiedendo semplicemente ai loro coetanei: «Come stai?», il Volto del Vangelo che ci cambia la vita, che ha un nome: Gesù di Nazareth, il Signore della storia.

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