2. Giornata della memoria

stretta di mano 8Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)

Si fa un gran parlare di leggi sull’immigrazione, di stranieri, di extracomunitari, e non vorrei che l’amor di Patria, la giusta voglia di “tranquillità”, possa dar adito ad isolate, becere, ondate di xenofobia. Al di là delle brutture che ci circondano credo che l’Umanità stia avviando il lento risveglio di un sentimento di solidarietà. La speranza di una collaborazione fraterna di tutte le genti ha in sé qualcosa di soprannaturale. È il credere che ogni vita sia sacra, ogni anima possieda la sua luce, ogni uomo abbia un destino immortale e che l’Umanità insegua un ideale d’amore e su tutto e tutti sovrasti il volere di Dio, con qualsiasi lo si chiami o lo si preghi.

Ricordiamo i defunti di tutte le guerre e preghiamo per loro, con loro, affinché nessun genitore, nessuna moglie, nessun figlio debba più piangere per l’amato ammazzato. Un abbraccio, Aniello Clemente.

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