14.a) Il ruolo della donna nella Chiesa cattolica. Il sacerdozio ministeriale nel mistero della chiesa

pietro-primo-papaForse è opportuno ricordare che i problemi di ecclesiologia e di teologia sacramentaria, soprattutto quando riguardano il sacerdozio – come in questo caso –, non possono trovare la loro soluzione che alla luce della Rivelazione. Le scienze umane, per quanto prezioso sia il loro contributo nell’ambito proprio, non possono bastare, poiché non possono raggiungere le realtà della fede; il contenuto propriamente soprannaturale di queste sfugge alla loro competenza. È per questo che si deve sottolineare come la Chiesa sia una società diversa dalle altre società, originale nella sua natura e nelle sue strutture. La funzione pastorale, nella Chiesa, è normalmente legata al sacramento dell’Ordine: non si tratta soltanto di un governo paragonabile ai modi di autorità che si verificano negli Stati. Esso non è concesso per scelta spontanea degli uomini: anche quando comporta una designazione per via di elezione, è l’imposizione delle mani e la preghiera dei successori degli Apostoli che garantiscono la scelta di Dio; ed è lo Spirito Santo, donato mediante l’Ordinazione, che consente di partecipare al governo del supremo Pastore, Cristo (cfr. At 20, 28). È funzione di servizio e di amore: «Se mi ami, pasci le mie pecore» (cfr. Gv 21, 15-17). Per questa ragione, non si vede come si possa proporre l’accesso delle donne al sacerdozio in virtù dell’eguaglianza dei diritti della persona umana, eguaglianza che vale pure per i cristiani. E talvolta si utilizza a tale scopo il testo sopra menzionato della Lettera ai Galati (3, 28), secondo il quale, nel Cristo, non c’è più distinzione tra l’uomo e la donna. Ma un tal passo non riguarda minimamente i ministeri: esso afferma soltanto la vocazione universale alla filiazione divina, che è uguale per tutti. D’altra parte e soprattutto, significherebbe misconoscere completamente la natura del sacerdozio ministeriale il considerarlo come un diritto: il battesimo non conferisce alcun titolo personale al ministero pubblico nella Chiesa[1]. Il sacerdozio non è conferito per l’onore o il vantaggio di colui che lo riceve, ma come un servizio di Dio e della Chiesa; esso è oggetto di una vocazione specifica, totalmente gratuita: «Non siete voi che avete scelto me; sono io che vi ho scelti e costituiti…» (Gv 15, 16; cfr. Eb 5, 4).

Pace e bene, Aniello Clemente

[1] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione circa la questione dell’ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale, Roma, 15 ottobre 1976, 6. Il sacerdozio ministeriale nel mistero della chiesa.